sabato 4 ottobre 2014

Condizione.

Condizione.

mi sento bene. oserei dire, meglio di tanti giorni sani.
sembra paradossale, lo so, ma mi rendo conto di godermi la vita in maniera tanto più

gioiosa, ora. vivo, come direbbe Jason, oppure Neil, i miei amici di New York, "at my fullest",

che rende più di "al meglio".

la stronza insegna. molto. mi ha reso maggiormente paziente, come non lo fossi stato

abbastanza. ma non esistono più i limiti, adesso, o meglio, li ha talmente amplificati da farli

apparire sconfinati.
solamente così mi capacito di quanto riesca a sopportare i troppi tempi di attesa della mia

quotidianità. sei costretto a scordarti della fretta. la qual cosa, a molti di voi, parrebbe

paradisiaca. vi debbo deludere. invidio le giornate zeppe dei vostri appuntamenti. che stiate

in auto in coda in autostrada,  oppure portando con voi i vostri bimbi al supermercato o a

scuola.

la fretta mi manca. convivere con qualsiasi impegno. ecco, sono riuscito a trovare una

imperfezione alla mia situazione. la pazienza aiuta in molte altre occasioni. avete presente il

detto "lacrime amare" ? ebbene, ve ne confermo l esistenza. sono divenuto ufficialmente un

"piansina", estremamente emotivo. ma questo lo sapete già. la notte, mentre scrivo, mi capita

di passare dal sorriso al pianto in un nanosecondo. penso ad una situazione divertente, e mi

si stampa il sorriso sul volto. immagino la sensazione provata, capendo la sua unicità, e mi

ritrovo le guance colme di lacrimoni. ho imparato che le lacrime amare giungono d

improvviso, subitanee, costringendomi ad almeno un quarto d ora di pausa forzata, poichè

talmente acide da precludere ai miei già provatissimi occhibelli qualsiasi possibile apertura

per un certo tempo.    

certo, qualche problemino sussiste. le principali preoccupazioni sono agli umani pressochè

sconosciute. scialorrea. parola orribile onomatopeicamente.    
piccola digressione. perchè i termini medici sono spesso orrendi e complicati ? la vita di noi

malati non è già sufficentemente sfigata ? avrei una proposta. cambiamo certi termini

scientifici. scialorrea diventi, che so, "tanta manna", per ricordare l abbondante salivazione.

elettromiografia divenga "sforacchiamento muscolare". tracheostomia si tramuti in un più

realistico "e ades dismengat da magnar, bear e respirar".    
la medicina è una scienza esatta, ma non come la matematica. si presta ad un minimo di

fantasia. cari dottori, noi malati siamo predisposti al sorriso. strappatecene qualcuno, per

favore.  

ma torniamo ai miei problemini. la lingua, contrariamente a quanto accaduto al povero

Borgonovo, mi si è ingrossata. di conseguenza, ad ogni colpo di tosse, starnuto o sbadiglio

ho il privilegio di morderla, con conseguenti lacrimoni che mi costringono a ricalibrare il

comunicatore. ulteriore problematica: la nutrizione mi provoca prurito. la qual cosa non crea

soverchi disguidi ad un normale. a me sì. devo aspettare l attimo in cui Aiste sia nei paraggi,

per chiederle una grattatina, evidentemente parzialissima, non potendo domandarle: mi

gratteresti OVUNQUE ?

scrivere diviene un toccasana, se qualcosa di sano rimane nel mio martoriato corpicino. le

rimembranze del passato riaffiorano prorompenti, quasi non trovassero più spazio nella

memoria. sento il bisogno fisico di trasferirle sulla carta, pardon, computer, testimonianza di

un trapassato remoto per chiunque volesse penetrare in una esistenza estremamente

benevola con il protagonista.  
fatico a rendermi conto se effettivamente fu piacevole o se affiorino soltanto i ricordi positivi.


certamente ammetto che è stato un facile esistere. una famiglia felice nella quale crescere,

genitori modello, esempi di vita, nonna Maria, adorabile quanto adorata, un fratello con cui

dividere sport (tanto) e studi (pochissimi). una donna di servizio, colf odierna, non romena,

ucraina, filippina, ma di San Benedetto, con tutti i pregi delle donne della campagna

mantovana, rettitudine, onestà, saggezza. Angela, Angiolina per noi bimbi, iniziò ad aiutare

mamma quando ero in fasce, rimanendo con noi per trent anni. una nonna aggiunta, con le

sane usanze degli anziani di un tempo. unico neo: non si sedette mai a tavola con noi, per

rispetto, la qual cosa mi provocava un dispiacere enorme, ma tra le caratteristiche delle

donne delle campagne mantovane avevo scordato due ulteriori geni: fierezza e

cocciutaggine.
     
il corpo immobile non mi consente spostamenti, ma la mente è libera di viaggiare ovunque,

ed il passato  diventa il mio tempo, luogo e spazio assolutamente favorito. non perchè

presente e futuro posseggano sorprese spiacevoli (l accettazione ha avuto il sopravvento), ma

i ricordi, principalmente piacevoli, aiutano il morale. quindi, poca fantasia, e tanti ricordi.
sono il succo della nostra esistenza. un consiglio: vivete ogni singolo istante, non come fosse

l ultimo, ma perchè sarà un piacevole momento in più da ricordare.
 

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