mercoledì 1 gennaio 2014

Emozioni.

Emozioni.

seguir con gli occhi un airone sopra il fiume, e poi ritrovarsi a volare...

così, il sommo poeta Lucio Battisti declamava, negli anni 70 (buon Dio, e io ero già

adolescente...), plasmando la mia generazione.

ma le Emozioni, quelle non passano. mentre voi ieri sera festeggiavate e gozzovigliavate, io mi

sono ritrovato solo. Aiste era al mio fianco, sì, ma, mentre era in cucina a cenare (parola grossa, definire un

minestrone della Lidl, un cenone di capodanno. ma Aiste è così, non ha pensato per un solo momento di

uscire e lasciarmi solo con chicchessia), mi sono sentito addosso la sensazione della solitudine. e non è

affatto piacevole.

ho sempre considerato il capodanno come una celebrazione fasulla, dove divertirsi è d obbligo,

ma per nulla facile. ieri sera, sarebbe stata la mia festa favorita.

il silenzio, oltre che essere insopportabile per l avversione al rumore della autoventilazione, è da

me temuto in quanto mi dà l opportunità di compiere una azione terribile ed insopportabile:

pensare.

penso al passato e piango la certezza che non ritornerà. penso al presente e... che dite se

sorvoliamo ? riguardo al futuro, a Mantova esiste un detto che recita: "chi ac sarà, sifularà" (chi ci

sarà, fischietterà). la qual cosa parrebbe pure simpatica, se non fosse che la malattia mi ha inibito

qualsiasi suono... muto come un pesciolino.

spazio, quindi, a computer, comunicatore e tv. qualsivoglia canale o programma va bene, tanto

non lo ascolto... il ticchettio della conferma di avvenuta focalizzazione di un carattere sullo

schermo mi consente di comunicare i miei pensieri, che altrimenti rimarrebbero tali, rappresenta

la mia nuova voce. alquanto metallica e fastidiosa, concordo, ma, per me, vitale.
 
raramente rammento i miei sogni, ma quelle poche volte mai, e ribadisco, MAI, mi vedo malato.

recentemente, una amica mi ha detto di avermi sognato logorroico. lo considero un complimento

straordinario.

e, pure io, mi chiedo perchè, quando cade la tristezza dentro al cuore, come la neve, non fa rumore.

grazie, Lucio, per il tuo modo dolce e delicato di averci cresciuto persone migliori.

buon anno, ragazzi, denso di salute, felicità, amore. il resto, credetemi, può aspettare.


Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire
Domandarsi perche' quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
se poi e' tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del piu' e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa
E prendere a pugni un uomo solo
perche' e' stato un po' scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni


Nessun commento:

Posta un commento