giovedì 8 agosto 2013

le Vacanze (estive) in Montagna.

le vacanze (estive) in montagna.  

non ho ricordi degni di questo nome della mia pubertà.
proprio ieri rispondevo ad una email di un amico con il quale ho condiviso gli anni della scuola elementare Pinocchio... lui mi snocciolava episodi accaduti in quei tempi, e io leggevo, chiedendomi dove avesse tutti  i cassettini della memoria che stava aprendo.    
mentre gli rispondevo mi sforzavo di aprirne qualcuno, ma nulla.  
parto dai dieci\undici anni, con la splendida discesa sul Cervino che ho descritto in un blog precedente.  
ma da lì in poi è un fiume in piena, dalla sorgente fino alla foce.
Piano è un paesino in Val di Sole, dieci case in tutto, tra Dimaro e il passo del Tonale. la valle è talmente bella che, ultimamente, le squadre di serie A si contendono i pochi campetti disponibili. e se società con disponibilità economiche praticamente illimitate come loro fanno a gara per garantire il "ritiro" delle rispettive squadre nella valle, un motivo ci sarà.
la zia Licia e lo zio Walter possedevano un maso lì, sperduto ai margini del bosco. maso vero, piano terra con le pareti in pietra e primo in legno, come tradizione vuole.
riscaldamento inesistente, se non per un camino a piano terra, che pretendeva, inutilmente, di riscaldare tutta la casa.    
con mamma trascorrevamo lì tutti i mesi di agosto, mio fratello ed io, passando le mattinate nel bosco, a funghi, (ci alzavamo all alba, convinti di buggerare i valligiani, che puntualmente ci salutavano, una volta nel bosco, con già i cestini pieni (i loro), con lo sguardo di chi sa di essere mattiniero tutto l anno, a dispetto di quei due ragazzini, che si alzavano presto un mese ogni anno, e si sentivano pure eroi per farlo).
i pomeriggi (rigorosamente dopo il riposino), vedevano i due temerari aggirarsi per la valle sulla "lambretta" del cugino Luciano, che, quando c era, era l idolo degli stessi, essendo più "vecchio" di ben dieci anni.    
ma il clou delle vacanze, dopo alcuni anni, erano i tornei di calcio tra i vari paesi della valle.
i valligiani di Piano, o meglio del comune di Commezzadura (non ho mai giocato per una squadra con peggior nome), si accertavano della presenza dei due fratelli di pianura, contattando la zia addirittura in giugno.      
la squadra, oltre che noi due, vedeva un poliziotto in difesa, il figlio del sindaco di Piano a centrocampo, e l albergatore di Commezzadura (Alberto, decisamente sovrappeso) con me in attacco.      
gli schemi ? palla dal portiere a mio fratello, lancio per me, e sperare che io la buttassi dentro. nonostante la povertà tattica, spesso e volentieri vincevamo...  
quindi a casa (gli spogliatoi... non pervenuti), dove ci aspettava la canna dell acqua (gelida) per la gioia delle donne del paese (sempre che ce ne fossero), in quanto il maso era di fronte al paese, e la cerimonia della "doccia" si svolgeva nel giardino di casa. sì, perchè allora (modestamente) ero un bel vedere...
e le torte di carote del bar centrale di Cles? e gli strudel ? e le trote di Mezzana cucinate con il riso dalla zia ?
troppi anni sono trascorsi, papà e zio Walter non ci sono più, zia Licia sta male, io sono messo così... ma i ricordi, quelli rimangono, e nessuno me li porterà mai via... mai !

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